di Angela Paletta
Curiosità di parentele strumentali, di emigrazioni e guerre e di come andò
Tra i parenti prossimi all’oboe c’è senz’altro la cornamusa, strumento di origine medievale con un sistema aerofono a sacco su cui sono inserite le canne di bordone ad ancia semplice e una diteggiabile, chiamata chanter, suonata appunto con un’ancia doppia.
Le numerose varianti di questo strumento, in Europa Occidentale si distinguono in due tipologie fondamentali:
- quelle ad aria calda, dove lo strumentista soffia l’aria nell’otre, gonfiandolo, attraverso un boccaglio o blow stick: l’aria immessa viene poi controllata nell’emissione dalle canne di bordone tramite la pressione più o meno intensa del braccio del piper. Appartengono a questo gruppo la Great Highland Bagpipe o cornamusa scozzese, la zampogna italiana, la gaita galiziana…
- quelle ad aria fredda, dove l’otre viene gonfiato invece mediante un mantice legato sotto il gomito destro del suonatore il quale, muovendo il braccio, determinerà l’insufflazione continua. Appartengono a questo gruppo la Musette de Cour (di moda alla corte di Francia nel XVII secolo) e le Uilleann pipes irlandesi.
L’iconografia comune lega la cornamusa alla Scozia, ma a quanto pare le origini sono ben diverse da quelle che noi tutti conosciamo…

Le prime notizie relative ad uno strumento assimilabile sono di età ellenistica, dove un suonatore di otre a una canna viene raffigurato in una terracotta egizia, ma per le rappresentazioni vere e proprie bisogna attendere le Cantigas de Santa Maria ed il periodo medievale, dove viene a formarsi la figura del musico itinerante e di conseguenza si assiste alla nascita di tutta la serie degli strumenti portativi quali l’organo a mantice, i vari strumenti ad arco, a fiato e a percussione. Tra tutti questi spicca per varietà di utilizzo proprio la cornamusa: il timbro penetrante, la continuità del suono, l’imponenza del volume fanno sì che venga usata durante le feste così come ad incitare le battaglie.
Non è facile dare una spiegazione razionale a quel che muoverebbe l’ascolto di un concerto di bagpipes e tamburi, ma la definizione di “istrument of war” datale da un magistrato inglese del XVIII secolo la dice lunga sull’esaltazione ed incitamento che avrebbe spinto i combattenti accompagnati da questa particolare banda ad avere maggior coraggio e determinazione in battaglia.
E proprio da un feroce scontro, la Battaglia di Pavia, sembra abbia avuto origine tutta la storia…

Le prime notizie certe della comparsa delle cornamuse nelle Highlands scozzesi ci vengono date da Chaucer nelle Canterbury Tales, ma in realtà quasi nulla si sa riguardo la loro origine se non che una leggenda fa riferimento ai mercenari scozzesi impegnati nella battaglia di Pavia del febbraio 1525, quando le truppe di Francesco I re di Francia si scontrarono, perdendo, con Carlo V di Spagna.
Battendo in ritirata attraverso il nord Italia per tornare nelle loro terre, lasciarono evidenti tracce del loro passaggio nel paesino di Gurro in val Canobina, mentre alcuni decisero di prendere residenza proprio qui senza far ritorno: la parlata dialettale e le architetture inusuali di questo luogo fanno sì che l’associazione con la Scozia divenga ufficiale da quando il colonello barone Gayre of Gayre and Nigg si occupò di questo negli ultimi anni, donando alla popolazione di Gurro un quadro raffigurante S. Andrea, patrono della Scozia, come segno di amicizia tra gli abitanti della località italiana e la popolazione scozzese. Inoltre fece in modo di includere i gurresi in uno dei più prestigiosi clan della Scozia a cui egli stesso appartiene. Il costume delle donne di Gurro è bellissimo e occorrono 14 metri di stoffa per confezionarlo: la sottoveste è, manco a dirlo, in tessuto scozzese e di pregevole fattura.
Ai soldati che invece fecero ritorno in patria si aggiunsero, pare, suonatori di pive provenienti dalla vicina Cremona: costoro furono ospitati in Scozia, presso il potente Clan MacLeod, a Dunvegan, sull’isola di Skye, nelle Ebridi Interne. Dal loro nome deriverebbe quello della famiglia dei McCrimmon (MacChruimein, in Gaelico) che letteralmente vorrebbe dire “da Cremona”: il cognome fa per la prima volta la sua comparsa tra i documenti della parrocchia di Glendale, in Skye, nel corso del XVI secolo, appunto…
(continua)
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