di Angela Paletta
Un cammino per coltivare e praticare l’energia
Qualunque strumentista, specialmente a fiato, cantante o attore, chiunque utilizzi il respiro non soltanto per vivere ma per lavorare sa bene quanto importante sia dosare, dirigere, appoggiare, aprire e chiudere, aumentare o diminuire a seconda del bisogno. Non tutti sanno però che, tra gli svariati metodi impiegati più o meno istintivamente, ne esiste uno, antichissimo, una vera e propria arte marziale, filosofia di vita, armonia dell’essere e molto, molto di più di tutto questo.
E’ il Qi Gong.
Chiamato anche Daoyin (ginnastica per guidare gli arti) o Tuna (esalazione – inalazione) o Lianqi (allenare l’energia vitale), è stato in epoche antiche parte essenziale della ricerca della longevità sia come tecnica di esercizio respiratorio per prevenire e curare le malattie rinforzando il fisico, sia come una procedura importante della medicina riabilitativa. Il Qi, energia o fiato vitale, non indica solo l’aria respirata ma anche il Qi originale, cioè l’energia presente nell’organismo umano. L’esperienza ha dimostrato che l’abbondanza di Qi originale è ll fattore energetico fondamentale per vincere le malattie e per godere di buona salute, per cui la Medicina tradizionale cinese dà molta importanza a coltivarlo e a rinforzarlo.
La parola «Dao» (lett. «Via») indica la Realizzazione della “Via naturale” in senso taoista, della “Consapevolezza illuminante” in senso buddista, della “Rettitudine consapevole” in senso confuciano, quindi della comprensione dell’“Essenza divina e spirituale di tutte le cose” nelle altre culture religiose, o detto con la Scienza moderna, del “Rapporto intrinseco profondo che lega tutti i fenomeni naturali”.
Il Qi Gong ha una storia lunga più di 23 secoli. Il Canone di medicina interna dell’Imperatore Giallo, il più antico testo di medicina cinese ancora esistente, scritto durante il periodo dei Regni combattenti nel 4° sec. a.C., dice a proposito degli esercizi respiratori: “Quando uno si sente completamente a suo agio, libero dai desideri e dalle ambizioni, sviluppa il Qi genuino, la sua mente si concentra e ogni malattia viene eliminata.”
Non c’è un’origine religiosa alla base, ma c’è, invece, l’osservazione della Natura e la sua comprensione, per raggiungere la longevità attraverso il ritorno alla spontaneità, e questa è poi connessa anche ad una vera crescita spirituale, ma intesa proprio come “Comprensione profonda della Natura”.
La pratica del Qi Gong è uno strumento importantissimo oltre che prezioso per ogni persona. Il Qi Gong, come tutte le pratiche che sono incentrate sull’interezza della propria persona, a partire dal corpo e dal respiro, insieme con un lavoro sulla mente, è fondamentale per lo sviluppo di una consapevolezza e conoscenza di sé, del proprio spirito e della propria energia.
“Il lavoro sul Qi” (significato letterale del termine “Qi Gong”) comprende, infatti, molti diversi livelli di esperienza e di conoscenza, secondo la finalità che ci si prefigge e secondo le necessità stesse del praticante.
I risultati principali del Qi Gong sono di regolare, tramite gli sforzi soggettivi del paziente stesso, le funzioni del corpo, e di controllare le leggi motorie in modo da acquistare il rilassamento dei muscoli, la stabilità dello spirito e la quiete della mente. E’ su questa base che si devono intraprendere gli esercizi di respirazione. Perciò si richiede il controllo delle attività coscienti innanzitutto e poi una reazione calma delle emozioni per poter arrivare a uno stato estremamente gradevole e tranquillo. E’ una terapia che fa entrare in pieno gioco le energie soggettive del praticante, ne rinforza la capacità di resistenza alle malattie, la possibilità di prevenirle o di vincerle e di riacquistare la salute.
Secondo la filosofia orientale, l’essere umano ha tre capacità «esterne» apparenti (relative al contatto con l’esterno che ha l’organismo): la sensibilità, il movimento (azione) e la mente (facoltà cerebrale, emotiva e sensitiva). Queste tre potenzialità di base sono fondamentali per l’esistenza e la qualità di vita dell’essere umano stesso.
Il sistema del Qi Gong comprende tre aspetti: il controllo del corpo (posizioni), il controllo della mente (quiete) e il controllo del respiro (respirazione). La sua influenza sul fisico è globale: tutte le ricerche sui suoi esercizi respiratori hanno dimostrato chiaramente gli effetti positivi su ogni organo e sistema del corpo umano.
Tuttavia le classificazioni, sono un qualcosa d’esterno alla pratica vera e propria, infatti, spesso lo stesso esercizio può avere scopi e funzionalità differenti, sia riferiti ad un lavoro più marziale o più medico o meditativo, a seconda del bisogno.
Il Qi Gong può permettere alla persona di sviluppare, migliorare e stimolare le capacità di sensibilizzazione, di visualizzazione, oltre che d’immaginazione; può aiutare a rafforzare la persona dando serenità, sicurezza, guidando il pensiero ed il respiro per meglio evitare o frantumare gli ostacoli che la vita ci pone davanti. In questo modo l’individuo può diventare capace di rimanere se stesso in ogni condizione, di affrontare ogni confronto con più serenità, sentendosi più libero e potente.
Nei manuali e nei testi classici base del monastero “Shaolin”, centro famoso tuttora per le arti marziali, è detto: “Ci sono due punti base del Qigong: il primo è ‘coltiva l’energia (yang qi)’ ed il secondo è ‘Pratica l’energia (lian qi)’; quando l’energia è coltivata (il termine yang ha il senso di generare, far nascere, sviluppare, coltivare), non va più via, permane, e permanendo puoi praticarla (nel senso qualitativo e quantitativo del termine), e facendo ciò costantemente, sviluppi le tue capacità.”
Ci si ritrova in un mondo, soprattutto all’inizio, molto simile a quello della ginnastica, sia pure con differenze nel tipo d’approccio agli esercizi. Tuttavia, pian piano che si procede con la pratica, ci si rende conto che il lavoro è molto più approfondito ed efficace di quanto ci si aspettasse. Si cominciano a notare delle differenze anche nella situazione della vita quotidiana: cambia la postura, i lineamenti del viso si fanno più rilassati, i respiri diventano più profondi e coinvolgono tutta la persona, si riesce a seguire i pensieri, senza che la mente fugga come un cavallo imbizzarrito! Perfino l’atteggiamento mentale e la reazione agli eventi esterni, con l’andare del tempo, varia sensibilmente; nonostante ciò, però, i piedi rimangono ben piantati a terra, perché la maggior parte della pratica è fatta col corpo, sul corpo, nel corpo.
Dal punto di vista strettamente tecnico-medico si può affermare che, dopo studi approfonditi, vi siano notevoli cambiamenti che coinvolgono il corpo intero, oltre che alla mente.
Durante gli esercizi di Qi Gong, il sistema nervoso, a causa della quiete mentale, è in uno stato di controllo interno che attua una funzione protettrice positiva sull’intero organismo. La quiete mentale elimina la tensione nella corteccia cerebrale, ne rinforza la funzione equilibratrice e migliora le funzioni di tutti gli organi fisici.
I risultati delle ricerche scientifiche hanno dimostrato che la pratica del Qi Gong porta le attività elettriche delle cellule nervose a un ordine superiore che risulta in minor consumo di energia e maggior efficienza del cervello, per cui gli esercizi respiratori possono alleggerire il peso del cuore, per cui i malati di ipertensione e di arteriosclerosi non soffriranno più di ipertrofia e di allargamento cardiaco.
Dall’elettrocardiogramma si può vedere che il battito cardiaco nel cultore di Qi Gong rallenta dopo gli esercizi e, se aritmico, si regolarizza. Con l’alleggerimento del peso cardiaco, ll consumo di ossigeno diminuisce e le funzioni cardiache si migliorano.
Durante la respirazione addominale, gli organi della cavità addominale sono come “massaggiati” e si manifestano chiaramente gli effetti positivi, soprattutto quando si usa il modo della respirazione contraria o della sospensione del respiro. I movimenti del diaframma si espandono di 3-4 volte più del normale durante gli esercizi, provocando una sorta di massaggio benefico agli organi posti in questa parte del corpo.
Inoltre l’ampiezza del movimento del diaframma è 3-4 volte maggiore del normale mentre la frequenza della respirazione e il volume al minuto dell’aerazione diminuiscono: il consumo dell’ossigeno diminuisce del 30% mentre il tasso metabolico del 20% circa rispetto al periodo prima della pratica di Qi Gong.
Questo fenomeno è detto stato metabolico e fisiologico basso, che aiuta a diminuire il consumo nell’organismo di un malato, ad accumulare nuova energia e forza per vincere la malattia e riacquistare la salute.
Aiutare sé stessi, è proprio il primo scopo che si propone il Qi Gong: io pratico, sento, prendo consapevolezza dei miei dolori e dei miei blocchi, delle mie emozioni e del mio respiro, … io lavoro su tutto questo cercando e costatando i miglioramenti, trovando il coraggio di crescere dentro di me, da tutti i punti di vista.
E’ quindi un lavoro che la persona fa prima direttamente su di sé poi sugli altri, imparando a conoscere ed avere consapevolezza piena, del proprio corpo, del respiro, ma anche dell’indirizzo che prendono i pensieri, lavorando sulla concentrazione mentale, soprattutto attraverso l’osservazione e la visualizzazione, fino alla comprensione dell’origine delle emozioni, che spesso sono vissute nella maniera più passiva. Inoltre solo dopo che la persona ha intrapreso la Via della comprensione di sé e del lavoro attivo su se stessa, solo allora sarà effettivamente in grado di capire fino in fondo la “Vita ed il suo funzionamento” negli altri intorno a sé.
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