Il Risorgimento in ballo – Episodi tra cronaca e leggenda dal mondo della danza – 1a puntata
Una rubrica a cura di Rita Zambon sul ballo italiano negli anni dei moti patriottici in occasione del 150° dell’Unità d’Italia
Dalla Gazzetta di Venezia: la sera del 6 febbraio 1848 Fanny Cerrito, mentre balla La Vivandiera e il Postiglione al Teatro la Fenice, inserisce una Sicilienne in omaggio ai moti siciliani scatenando l’ardore degli spettatori che gridano «Viva la Sicilia! Viva i Siciliani!». Il pubblico in delirio applaude la Cerrito che «appare in scena avvolta in un velo bianco rosso e verde».
Al di là dell’episodio di cronaca, molti furono gli aneddoti che costellarono quegli anni riguardo a comportamenti anti-austriaci delle stelle romantiche, confondendo magari le epoche. Fra questi uno leggendario, attribuito di volta in volta alla stessa Cerrito, a Caterina Beretta Viena, ed anche erroneamente a Carolina Pochini: la ballerina, d’accordo con i patrioti, si presenta al pubblico sempre vestita di bianco e le vengono lanciati mazzi di fiori verdi e rossi che, stretti al seno, formano il tricolore. La polizia austriaca, compreso il trucco, intima di non raccogliere più i fiori: ella obbedisce. La sera stessa le vengono gettati a bella posta fiori gialli legati da un nastro nero, colori simbolo dell’Austria, e lei ligia all’imposizione li lascia sul palcoscenico, senza degnarli di uno sguardo, tra lo scorno delle autorità e il tripudio del pubblico. (R.Z.)
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