di Paolo Zagari
Cosa c’è di meglio di un buon bicchiere di vino, possibilmente rosso?
Eppure ultimamente quante volte ci è capitato mentre stavamo accingendoci a trangugiare con soddisfazione il nettare dionisaco di rimanere infastiditi dal commensale che roteando un bicchierone improbabile ne decantava le proprietà affastellando sentori e retrogusti fantasmagorici, costringendoci a un timoroso silenzio reverenziale nonostante dentro di noi fossimo convinti stesse solo ripetendo a pappagallo le ultime dispense del corso enologico per corrispondenza e che in realtà non ne capisse un emerito nulla?
Sono situazioni disperate se non ci venisse in aiuto la memoria sghemba offrendoci il conforto della catarsi immaginaria.
Questo breve estratto del film Straziami ma di baci saziami (regia di Dino Risi 1968) ci consente di apprezzare quella bravura nel mestiere dell’attore (Manfredi, ma in particolar modo il fine caratterista Gigi Ballista) ormai non più riscontrabile al giorno d’oggi perché mentre prima c’erano i Gassman e i Tognazzi oggi ci sono i Figli dei Gassman e dei Tognazzi.
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