Fino al 7 Luglio sarà possibile visitare il progetto che intreccia i temi della migrazione e della memoria utilizzando installazioni xilografiche, musica e suoni

Riportiamo qui di seguito il comunicato di Opificio della Rosa:

Opificio della Rosa has the pleasure to announce that LINA, a project by Umberto Giovannini: will be open till July 7, 2019. EXHIBITION LINA – CAPITOLO TERZO – Ala nuova del Museo della Città via L. Tonini 1, Rimini • LINA, project by Umberto Giovannini: the exhibition will be open until July 7th. A visual journey made in woodcut with music and sound installations which, after Rome and Catania, is presented in its complete form at the Museo della Città di Rimini. Umberto Giovannini – visual artist with a pathway between printmaking, performing arts and music -, explores the perception of the contemporary, reinterpreted through the lens of a collective memory. The whole project, conceived between Rome and Catania and realised between London and Italy from 2016 to 2019, is designed as an installations pathway of the colour woodcuts series printed on washi paper, where meet visual and sound experiences, created together with musician Stefano Pagliarani. On the occasion of the exhibition the artist’s book Parole per LINA by Walter Pretolani will be presented. umbertogiovannini.it • the exhibition will be open from 25 May to 29 June 2019 Tuesday-Sunday 10.00 – 19.00 tel 0541 793851  •  musei@comune.rimini.it • The history of the human race has always been the story of journeys, voluntary or enforced displacements dictated, as it may be, by necessity, by desire, by restlessness. The crisis in which the European world is living as it ignores the responsibilities resulting from its colonial power, as it relates to a world it all too often dismisses as foreign, seems to show no connection at all with the physiological and cultural condition of the individual and of the migrant. Governments and social structures seem to be buried in the sands of political and intellectual ineptitude, as if paralyzed by a grimy film of time layered over an all too recent past, by a determined refusal to widen their outlook.Umberto Giovannini starts from there, taking as his standpoint the project to reconstruct a story that has fallen into what might be seen as the minor tokens chronicling a life: photographs, a few audio recordings, other, more  volatile memories that were orally transmitted, are connected in a  complex work of mental figuration by which he aims to reawaken precisely the perception of himself, and of anyone looking at his work, as a foreigner, a stranger, a person in transit only accidentally endowed with a privileged condition. The source of this reflection is Lina, a woman who in the 1920s left her birthplace in the countryside of the Romagna to travel to Rome and other Italian locations, all far from her home, following the affluent family that had employed her as a house worker. An ordinary case of domestic migration in the interwar period has inspired Giovannini’s entire project: to imagine Lina’s gaze as she looks at the big city, to wonder at her possible sense of inadequacy, to think of her almost certainly feeling a great nostalgia for her home and her familiar spaces. These states of mind and soul are the raw materials for an epic tale written into wood, elaborating a form of identification that moves not only across space and time, but also across other dimensions of existence. […] Pietro Gaglianò (Extract from the presentation of the catalogue) • The Opificio della Rosa is a non-profit organization dedicated to low environmental impact techniques whilst facilitating traditional and innovative methods of printmaking: the woodcut, the intaglio, to the most innovative printmaking techniques. Technical experimentation and interdisciplinary work that ties printmaking with other artistic fields are encouraged, this also through a program of artistic residencies, summer workshops and collaborative projects are developed each year involving artists internationally. The Opificio della Rosa, born in 2009 around the homonymous workshop in Montefiore Conca, is now joined by a new studio in Morciano di Romagna dedicated to letterpress. The association is working on specific projects with Fondazione Renate Herold Czaschka, Anonima Impressori – Bologna, Luigi Castiglioni – Rimini, Atelier InSigna – Rome. Special projects are realized together with the University: Central Saint Martins, University of the Arts London; RUFA, Rome University of Fine Arts; Accademia di Belle Arti di Catania. www.opificiodellarosa.org

Opificio della Rosa ha il piacere di comunicarvi che LINA di Umberto Giovannini resterà aperta fino al 7 luglio 2019. MOSTRA LINA – CAPITOLO TERZO – RIMINI Ala nuova del Museo della Città via L. Tonini 1, Rimini • Chiusura posticipata al 7 luglio 2019, la terza tappa di LINA, progetto  realizzato da Umberto Giovannini: una fusione tra installazioni xilografiche, musica e suoni pensato site specific per l’Ala Nuova del Museo della Città di Rimini. Umberto Giovannini – artista visivo con un percorso tra printmaking, arti performative e musica –, indaga la percezione del contemporaneo, riletto attraverso la lente di una memoria collettiva. L’intero progetto, ideato tra Roma e Catania e realizzato tra Londra e l’Italia dal 2016 al 2019, è pensato come un percorso di installazioni della serie di xilografie policrome stampate su carta washi, dove si incontrano esperienze visive e sonore, realizzate assieme al musicista riminese Stefano Pagliarani. In occasione della mostra sarà presentato il libro d’artista Parole per LINA di Walter Pretolani. umbertogiovannini.it la mostra è aperta dal 25 maggio al 29 giugno 2019 da martedì a domenica ore 10.00 – 19.00, chiuso lunedì. tel 0541 793851  • musei@comune.rimini.it • La storia del genere umano è sempre stata una storia di viaggi, spostamenti volontari o forzati, dettati dalla necessità, dal desiderio, dall’irrequietezza. Nella crisi che il mondo europeo sta vivendo, ignorando le proprie responsabilità di potenza coloniale, in questo confronto con un universo che facilmente considera esterno, sembra del tutto assente la connessione con la condizione fisiologica e culturale di ogni individuo e migrante. L’incapacità politica e intellettuale  che immobilizza i governi e le compagini sociali, appare infatti, insabbiata dalla caligine di un tempo depositato, su un passato anche troppo recente e da una precisa volontà di non ampliare lo sguardo. Umberto Giovannini parte da qui, dal disegno di ricostruire una storia, precipitata nelle minute cronache di una vita (fotografie, alcune tracce audio, altre memorie orali, volatili) per un complesso esercizio di figurazione mentale che punta a risvegliare proprio questa connessione: la percezione di se stesso, e di ogni osservatore del suo lavoro, come straniero, o estraneo, come individuo in transito, provvisto di una condizione di privilegio che è solo accidentale. Il punto di scaturigine è Lina, una donna che negli anni Venti ha lasciato la nativa provincia romagnola per andare a lavorare presso una facoltosa famiglia, nella capitale e in altre città italiane, tutte lontane da casa. Un ordinario caso di migrazione interna nel periodo tra le due guerre ispira l’intero progetto di Giovannini: immaginare lo sguardo che Lina ha posato su una grande città, la possibilità che abbia avuto una sensazione di inadeguatezza, il pensiero che possa, quasi certamente, aver provato nostalgia per la propria casa e per gli spazi familiari, sono la materia prima per un’epopea xilografica che elabora una forma di identificazione che non attraversa solo lo spazio e il tempo ma anche altre dimensioni dell’esistenza. […] Pietro Gaglianò (Estratto dalla presentazione del catalogo)